lunedì 16 dicembre 2013

Breve storia del "Praesepium" (Parte prima)

Il termine (come del resto presepe) deriva dalle due forme latine "praesepe" e "praesepium", che significano "greppia, mangiatoia". A Firenze e' invece invalso il termine "capannuccia" col significato di "raffigurazione di Gesù bambino nella stalla".
Il primo non e', come si crede comunemente, quello vivente realizzato a Greccio, la notte del 25 Dicembre 1223 da S. Francesco, bensì un dipinto presente su di un' architrave nelle catacombe di Priscilla che raffigura il Bambino, la Madonna, un personaggio maschile, che potrebbe essere sia S. Giuseppe che il profeta Isaia ed una stella a otto punte.
Quindi già 100 anni dopo la morte di Cristo abbiamo un presepe, seguito a ruota da molte Epifanie (dal greco "manifestazione") dei secoli III e IV sempre dipinte nelle catacombe.
Del IV secolo e' inoltre una curiosa raffigurazione situata nelle catacombe di S. Sebastiano in cui al Bimbo sono stati affiancati i soli asino e bue.
catacombe.jpg
Da questo secolo fino al VII troviamo invece raffigurate sui rilievi dei sarcofagi tutte le componenti di quella che ora e' l'iconografia classica: Gesù, Maria, Giuseppe, il bue, l'asino e la stella. Il presepe viene inoltre raffigurato su vetri, avori, miniature di codici e mosaici, ma siamo ancora davanti ad immagini statiche, fisse nel momento in cui l'artista le ha create.
Siamo così arrivati al settimo secolo durante il quale Papa Teodoro, avvertendo l'esigenza cristiana di un qualcosa di più concreto, volle costruire un oratorio interamente dedicato al presepio nella chiesa di S. Maria Maggiore all'Esquilino.
Questo stesso oratorio venne poi abbellito da Arnolfo di Cambio nel 1289 e finalmente il Fontana lo portò nella chiesa.
Eccoci ora a S. Francesco ed alla notte di Natale dell'anno 1223, ma quanto accadde conviene che ce lo descriva Tommaso da Celano, contemporaneo del Santo: "Circa quindici giorni prima del Natale di nostro Signore, il beato Francesco chiese ad un suo amico Giovanni Velita, colui che ha donato il terreno ai frati di venire al lui e gli disse: "Voglio celebrare il ricordo di questo Bambino nato a Betlemme, e vedere con gli occhi della carne le privazione a cui e' assoggettato, come fu adagiato nella mangiatoia, come riposò sul fieno tra il bue e l'asinello". (...)
Il Santo, che era diacono, riveste gli ornamenti della sua sacra funzione e con voce sonora canta il Vangelo. (...) Uno dei presenti (lo stesso Velita), di mirabile virtù, e' degnato di una visione: vede nella mangiatoia un bambino che sembra privo di vita, e il Santo di Dio avanzare verso di lui e risvegliare il bimbo come dal tepore del sogno (...)" (I Cel. 84-88).
Sul luogo dove ciò avvenne sorse e vi e' tutt'ora un santuario, il cui altare e' stato edificato sulla mangiatoia stessa. Questa era però solo una sacra rappresentazione perchè non vi erano gli elementi principali (la Sacra Famiglia).

Si ha notizia del primo presepio vero e proprio nel 1330 quando ne venne costruito uno a Napoli per le Clarisse di S. Chiara e sempre a Napoli ne sorsero altri tra il 1300 ed il 1500 fatti con grandi figure di legno sistemate stabilmente all'interno delle cappelle.
(da:www.praesepium.com)
(segue 2 parte)

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