lunedì 16 dicembre 2013

La verginità di Maria.

Nato da una vergine.

Con la verginità di Maria (o nascita virginale) si intende l'idea che, secondo la narrazione dei vangeli (Mt1,18-25; Lc1,26-38), Maria concepì Gesù senza un rapporto sessuale ma in maniera soprannaturale, per opera dello Spirito Santo (da non confondere con il dogma dell'Immacolata Concezione, che sancisce l'immunità della Vergine Maria dal peccato originale). 

L'episodio è considerato verità di fede da tutte le confessioni cristiane, le quali fondano la propria dottrina sui vangeli.


(Nuova Diodati) 

24 - «E Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; 

25 - ma egli non la conobbe, finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito, al quale pose nome Gesù.»  (Matteo 1,24-25)

Il testo dice che Gesù nacque in modo miracoloso senza che Maria e Giuseppe "si conoscessero" (ossia "avessero rapporti sessuali", secondo il modo di dire semitico).

Sulla base di questo passo e di alcune argomentazioni di diversi Padri della Chiesa, i vescovi riuniti al secondo concilio di Costantinopoli (553) fondarono il dogma della verginità perfetta di Maria, che implica la nascita verginale di Gesù. 

Questa deve essere distinta dal dogma della verginità perpetua di Maria, secondo il quale Maria non è la madre dei fratellastri e sorellastre di Gesù nel Vangelo di Marco.

Nell'Antico Testamento, Isaia predice la nascita di un figlio da una vergine per opera di Dio, e che questo figlio sia Dio stesso (come si evince dal nome Emmanuele, Dio-con-noi):

«In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: “Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto”. Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”. Allora Isaia disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, cioè Dio-con-noi”. »   (Isaia 7, 10-14)

Nel Vangelo secondo Luca, un angelo entra in casa di Maria e le annuncia che concepirà il Figlio di Dio:
« L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. 
La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse :
«Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 
L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. 
Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. »  


Anche l'apocrifo Protovangelo di Giacomo (metà II secolo) contiene una narrazione dell'annunciazione:
« [Maria] presa la brocca, uscì a attingere acqua.
Ed ecco una voce che diceva: "Gioisci, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra le donne". 
Essa guardava intorno, a destra e a sinistra, donde venisse la voce. 
Tutta tremante se ne andò a casa, posò la brocca e, presa la porpora, si sedette sul suo scanno e filava. 
Ed ecco un angelo del Signore si presentò dinanzi a lei, dicendo: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia davanti al Padrone di tutte le cose, e concepirai per la sua parola". 
Ma essa, all'udire ciò rimase perplessa, pensando: "Dovrò io concepire per opera del Signore Iddio vivente, e partorire poi come ogni donna partorisce?" 
L'angelo del Signore, disse: "Non così, Maria! Ti coprirà, infatti, con la sua ombra, la potenza del Signore. 
Perciò l'essere santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio dell'Altissimo. 
Gli imporrai il nome Gesù, poiché salverà il suo popolo dai suoi peccati". 
Maria rispose: "Ecco l'ancella del Signore davanti a lui. 
Mi avvenga secondo la tua parola".

Già nell'Antico Testamento Dio si era rivolto a coppie di anziani
(due fra tutte: Abramo e Sara, Zaccaria ed Elisabetta, Anna e Gioacchino) donando loro, miracolosamente, un figlio, un futuro. 

Ora, nella "pienezza dei tempi", Dio si rivolge ad una "vergine" e porta in dono non un figlio, ma Lui stesso si dona a lei facendosi suo figlio. 
E il Figlio di Dio è il futuro assoluto della storia che supera infinitamente ogni attesa dell'uomo. 
La verginità di Maria ci ricorda che ciò che nasce da lei è puro dono di Dio, grazia infinita e inaudita. 
Ma la verginità di Maria è anche simbolo della povertà radicale della creatura: solo questa povertà è capace di contenere l'assoluto di Dio. 

La verginità di Maria è l'espressione della sua fede. 
E quando la grazia divina incontra la fede dell'uomo si rinnova il miracolo dell'incarnazione e Dio torna nelle vicende della storia umana.

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